L’idrogeologia è la disciplina che studia le acque sotterranee, anche in rapporto alle acque superficiali. Comunemente, il termine dissesto idrogeologico viene invece usato per definire i fenomeni e i danni reali o potenziali causati dalle acque in generale, siano esse superficiali, in forma liquida o solida, o sotterranee.
Le manifestazioni più tipiche di fenomeni idrogeologici sono: frane, alluvioni, erosioni costiere, subsidenze e valanghe. Tali fenomeni rientrano nell’ordinaria trasformazione della crosta terrestre che può manifestarsi con eventi rapidi o lenti, ma pur sempre facenti parte dei processi naturali. Quando però gli spazi che sono propri di questi fenomeni naturali vengono occupati dalle attività antropiche, che subiscono o accentuano le condizioni di predisposizione al dissesto, possono crearsi situazioni critiche in grado di comportare uno stato di sofferenza per i beni e/o per l’incolumità delle persone. Il rischio naturale rappresenta una manifestazione dell’interferenza tra i processi di instabilità, che si sviluppano “naturalmente” sul territorio e ne rimodellano le forme, e le entità che per l’uomo rivestono un valore fisico, economico, sociale, ambientale.
Se un evento calamitoso comporta una minaccia o il danneggiamento di beni antropici, si parla di Rischio. Il Rischio (R) si esprime come prodotto della Pericolosità (P) e del Danno Potenziale ( ) in corrispondenza di un determinato evento:
R = P x Dp = P x E x V
dove:
- P (Pericolosità): è la probabilità di accadimento, all’interno di una certa area e in un certo intervallo di tempo, di un fenomeno naturale di assegnata intensità.
- E (Elementi esposti): persone e/o beni (abitazioni, strutture, infrastrutture, ecc.) e/o attività (economiche, sociali, ecc.) esposte ad un evento naturale.
- V (Vulnerabilità): grado di capacità (o incapacità) di un sistema/elemento a resistere all’evento naturale.
- Dp (Danno Potenziale): grado di perdita prevedibile a seguito di un fenomeno naturale di data intensità, funzione sia del valore che della vulnerabilità dell’elemento esposto.
- R (Rischio): numero atteso di vittime, persone ferite, danni a proprietà, beni culturali e ambientali, distruzione o interruzione di attività economiche, in conseguenza di un fenomeno naturale di assegnata intensità.
Il Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI) dell’Autorità di Bacino (AdB) della Puglia evidenzia come la quasi totale distribuzione delle aree a rischio per frana si concentra nella provincia di Foggia, dove quasi il 22% del territorio è classificato a rischio rispetto alla media regionale rappresentata dal 5,56%. Al contrario, le aree classificate a pericolosità idraulica sono variamente distribuite in tutto il territorio regionale, con significative concentrazioni nel Subappennino Dauno, nel Tavoliere e lungo l’Arco Jonico Tarantino con circa il 6% del territorio classificato a rischio idraulico rispetto alla media regionale del 4%.
Nella Figura seguente è rappresentata la TAV. N. 09 – Scenario delle aree a pericolosità e a rischio idraulico ed interazione con il sistema antropico del Piano provinciale di protezione civile che evidenzia come la localizzazione delle aree a pericolosità idraulica sia maggiormente significativa nella fascia centro-occidentale della Provincia di Taranto e in particolar modo nei territori comunali di Massafra, Palagiano e Castellaneta.
Molti sono stati gli eventi critici degli ultimi anni, localizzati soprattutto nella fascia centro-occidentale della provincia, che risulta caratterizzata da una conformazione geomorfologica favorevole ai fenomeni di inondazione:
- Nel 1996, in particolare nei giorni del 29 e 30 gennaio, la provincia di Taranto è stata interessata da fenomeni alluvionali, la cui gravità è emersa soprattutto nella fascia costiera tra Taranto e Palagiano.
- Altrettanto catastrofica è stata l’alluvione dell’8 settembre 2003 che ha provocato fenomeni di piena, ruscellamento, inondazioni ed alluvioni con gravi conseguenze per la popolazione (2 vittime e numerosi feriti) e per le cose (danni ingenti alle infrastrutture, alle abitazioni e alle coltivazioni). L’evento ha interessato i comuni di Ginosa, Palagiano, Palagianello, Mottola, Castellaneta, Massafra e la frazione di Taranto Lido Azzurro, per i quali la Regione Puglia ha chiesto al Settore Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri la dichiarazione di “Stato di Emergenza”.
- Nel novembre 2004, l’arco ionico è stato colpito in maniera similare da altre alluvioni.
- Nell’Ottobre 2013, eccezionali eventi metereologici hanno colpito i comuni di Ginosa, Castellaneta, Palagianello e Laterza causando quattro morti e notevoli danni. Anche in questa circostanza, con Deliberazione Del Consiglio dei Ministri del 15 novembre 2013, è stato dichiarato lo stato di emergenza.
Nel sistema di allertamento regionale, il rischio è differenziato e definito come:
in cui si analizza la condizione di rischio idrogeologico e idraulico relativa al territorio del comune di Pulsano.